Nathan Greppi

In una recente intervista a “Il Venerdì di Repubblica”, il veterano del fumetto italiano Milo Manara, noto per il modo sensuale con cui disegna le donne nonché per aver lavorato al fianco di Federico Fellini, raccontava di quando, nel 2014, venne accusato di sessismo per una sua copertina della versione femminile dell’Uomo Ragno, ritratta seminuda e in una posizione seducente. Spiegò che “a protestare di più non furono le femministe ma un gruppo LGBTQ, secondo cui i disegni non erano né politicamente né anatomicamente corretti. Fatto sta che non ho più fatto copertine per la Marvel”. Aggiunse inoltre che, sebbene in passato l’erotismo con cui disegna i corpi femminili non abbia destato troppo scandalo, “i problemi più grossi oggi li avrei dall’ossessione per il politicamente corretto”.

Le sue ipotesi si sono recentemente rivelate esatte; non per lui, ma per un altro disegnatore Marvel, l’americano J. Scott Campbell, che ha recentemente visto girare sui social una versione ritoccata di una sua vecchia copertina del 2009.

I fatti sono i seguenti: Campbell è noto nel mondo del fumetto americano per i suoi disegni in cui ritrae supereroine o principesse Disney in versioni provocanti, per un pubblico maturo. Il mese scorso è diventata virale sui social una versione ritoccata di una delle sue copertine più note, quella del numero 601 della serie “The Amazing Spider-Man”. Nell’originale si vede la moglie dell’Uomo Ragno, Mary Jane Watson, seduta sul divano mentre, con una tazza di caffè tra le mani, guarda il suo uomo andare a combattere il crimine. L’autore l’ha disegnata in modo da metterle in risalto il seno e con una gamba inclinata.

La copertina di Campbell prima e dopo la censura.

L’anno scorso, un utente di “Tumbrl” che si firmava come “nonbinaryfinnmertens” (“nonbinary” è un riferimento ai cosiddetti “non binari”, coloro che si identificano come né uomo né donna) ha postato una versione ritoccata dell’immagine, in cui Mary Jane è meno scollata e in una posizione normale. L’intento era quello di dare lezioni di moralità su come si può rappresentare o meno il corpo femminile. A ciò va aggiunto il fatto che, per dare questa lezione di moralità, un anonimo si è appropriato senza permesso del lavoro artistico altrui.

Dato che tra gli appassionati del genere la copertina era girata ampiamente in rete, Campbell è intervenuto sulla questione in un post sul suo profilo Instagram: “Di solito mi limito a ignorare questo genere di cose, ma sembra che stavolta la questione sia diventata virale anche presso amici e colleghi che hanno condiviso l’immagine sulle loro pagine e hanno cercato di spiegare che tale forma di “correzione” di artisti famosi è… pacchiana. E lo è”. Ha inoltre ironizzato scrivendo: “Ehi, ha ragione nonbinary, dare consigli non richiesti agli altri è divertente”.

Ritrovandosi invischiato in una polemica sul sessismo, Campbell è riuscito a destreggiarsi sfruttandola a scopi di marketing: come ha spiegato un approfondimento del sito “Fumettologica“, il fumettista ha messo all’asta su “eBay” la versione “modificata” della copertina per donare il ricavato all’associazione Fresh Artists, che raccoglie fondi per sostenere le materie artistiche nelle scuole pubbliche. Il disegno è stato venduto a 14.700 dollari.

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Per sfruttare ulteriormente la discussione creatasi sui social ha preso altre iniziative, ad esempio invitando i suoi follower a ridisegnare un’altra sua copertina, Amazing Spider-Man 607, in cui aveva rappresentato il personaggio della Gatta Nera impegnata a giocherellare con il suo ultimo bottino, con addosso il costume dell’Uomo Ragno. Con tutte queste iniziative, Campbell ha sfruttato la controversia della copertina ritoccata per farsi pubblicità, tanto che le interazioni di altri utenti coi suoi post si sono decuplicate.

Morale della favola: quando ci si ritrova invischiati in una polemica legata ad accuse di sessismo o, più in generale, al politicamente corretto, il modo migliore per uscirne è facendo dell’autoironia. Non bisogna dare l’impressione di prendere troppo sul serio i censori e i moralisti politicamente corretti: una risata li seppellirà.

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Giornalista pubblicista, ha scritto per le testate MosaicoCultweek e Il Giornale Off. Laureato in Beni culturali (Università degli Studi di Milano) e laureato magistrale in Giornalismo, cultura editoriale e comunicazione multimediale (Università di Parma).