di Nathan Greppi

Negli ultimi anni, il cinema americano ha cercato di venire incontro alle nuove mode del politicamente corretto molto più di quanto già non facesse. Nel 2020, ad esempio è stato annunciato che dall’edizione 2024 dei Premi Oscar ci dovrà essere una quota minima di minoranze nelle produzioni dei film che ambiscono alla candidatura; una decisione presa in seguito alle polemiche di chi accusava l’Academy di non premiare abbastanza gli attori non bianchi. Oppure basti pensare alla crescente tendenza di far doppiare personaggi facenti parte di minoranze solo ad attori della stessa etnia o orientamento sessuale dei doppiati.

Tutto ciò viene reso possibile dal fatto che, quando si tratta di impegno politico, la Sinistra esercita quasi un monopolio tra i divi di Hollywood, plasmando l’immaginario comune. Ma nonostante riportare un equilibrio possa sembrare un’impresa titanica, c’è chi sta tentando di creare un’industria cinematografica pensata per un pubblico non di sinistra. Ben Shapiro, tra gli opinionisti conservatori di maggior successo negli Stati Uniti e direttore del sito “The Daily Wire“, ha recentemente iniziato a produrre e rendere fruibili in streaming film, serie e documentari.

Il progetto

Il 10 febbraio è stato proiettato per la prima volta Shut In, il primo film realizzato da “The Daily Wire”, dopo che altri erano stati già distribuiti sulla loro piattaforma streaming (accessibile solo agli abbonati). Si tratta di un thriller dalle atmosfere cupe, apparentemente privo di un messaggio politico, dove tuttavia tra gli attori principali vi è Vincent Gallo. Quest’ultimo, oltre a far parlare di sé per i modi sopra le righe (vedi il caso del suo film The Brown Bunny), nel 2020 ha attaccato il movimento “Black Lives Matter”, al punto di vendere sul proprio sito magliette con scritto “Whites Freed The Blacks” e “Fuck Black Lives Matter”. Inoltre, non ha mai nascosto il proprio sostegno al Partito Repubblicano. Il suo merchandise è ricco di contenuti politicizzati ben orientati a destra.

Shapiro ha spiegato le ragioni dietro la scelta di produrre film: lo ha fatto il 12 febbraio, durante un episodio del suo “The Ben Shapiro Show”. A suo dire, “se vogliamo fare la mossa rischiosa di saltare nel mondo dell’intrattenimento, dobbiamo fare cose che la gente vuole vedere, non roba che deve sentirsi costretta a vedere. Forniremo loro uno spazio sicuro dove non verranno attaccati per quelli che sono i loro valori”. Gli ha fatto eco Jeremy Boreing, ex-regista e dirigente di “The Daily Wire”, il quale ha spiegato come i film che vogliono produrre devono sì essere in linea con valori conservatori, ma pensati prima di tutto per intrattenere.

Questa impostazione – di pensare prima al successo commerciale e solo dopo alla politica – viene spesso praticata anche dai progressisti, perché porta maggiori risultati. Nel 2020 Eleonora Andreatta, responsabile per le serie italiane di “Netflix”, spiegò di voler puntare molto su temi come la diversità e l’inclusione, citando il caso di “Zero”. Uscita nel 2021, questa serie di Netflix, tratta da un romanzo di Antonio Dikele Distefano (scrittore italiano figlio di immigrati dall’Angola), raccontava la vita degli italiani di seconda generazione nella periferia multietnica di Milano. Tuttavia, la serie ottenne un riscontro inferiore rispetto alle aspettative e la produzione venne interrotta dopo una sola stagione.

Lo streaming di Daily Wire

A parte Shut In, il sito conservatore ha già in catalogo altre pellicole e serie televisive, principalmente documentari. Nel 2021 è uscito Run Hide Fight, film d’azione prodotto da Shapiro e presentato in anteprima al Festival di Venezia. Tra le serie documentarie spicca China: The Enemy Within, che denuncia le responsabilità dei cinesi e dei loro sostenitori in America nel facilitare la diffusione del coronavirus. Per quanto riguarda i film documentari, attualmente la più importante è Created Equal: Clarence Thomas in his Own Words, che racconta la vita del giudice della Corte Suprema Clarence Thomas, noto per le posizioni conservatrici (e per essere l’unico giudice attualmente in carica, e il secondo nella storia, dalla pelle nera).

Tra le future produzioni, degno di nota è Terror on the Prairie, un western la cui uscita è prevista per l’estate. Come nel caso di Gallo, anche qui il membro più importante del cast è un’attrice che è stata messa ai margini da Hollywood per commenti politici controversi: si tratta di Gina Carano, che nel febbraio 2021 venne cacciata dal cast della serie “The Mandalorian”. Inoltre, siccome i film di maggior successo a Hollywood negli ultimi anni sono stati quelli sui supereroi, “The Daily Wire” vuole cimentarsi nel genere distribuendo il film The Hyperions.

L’offerta di questa aspirante “Netflix di destra” si è ampliata ulteriormente con l’acquisizione, avvenuta nel 2020, di tutti i contenuti di PragerU, associazione conservatrice specializzata nel realizzare serie di video che promuovono valori conservatori. Tra i contenuti si trovano talk show politici, analisi sul rapporto tra scienza e religione e programmi per bambini.

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I precedenti

In passato c’era chi aveva cercato di coalizzare le celebrità repubblicane di Hollywood per fare fronte comune. Nel 2004 l’attore Gary Sinise (noto per il ruolo del Tenente Dan in Forrest Gump e come protagonista della serie “CSI: NY”) fondò l’associazione Friends of Abe (che prende il nome da Abraham Lincoln), che nel periodo di massimo successo arrivò a contare 1.800 iscritti, tra i quali si potevano annoverare sia attori di successo sia lavoratori del settore. Tuttavia nel 2016 il gruppo si sciolse, secondo alcuni perché vi erano dissidi interni sul sostenere o meno la candidatura di Trump alle presidenziali di quell’anno.

Tra i giornalisti collocati a destra dei repubblicani classici, prima di Shapiro aveva già provato a cimentarsi col cinema l’opinionista americano nato in India Dinesh D’Souza, che ha diretto come regista cinque documentari. Il primo di questi, 2016: Obama’s America, da quando è uscito dieci anni fa ha incassato oltre 33 milioni di dollari, a fronte di un budget di soli 2,5 milioni. Un altro caso riguarda l’ex-reporter canadese Lauren Southern, che in passato ha lavorato per il sito di destra “The Rebel Media”. Nel 2018 la Southern ha realizzato Farmlands, un controverso documentario sulle difficoltà degli agricoltori bianchi in Sudafrica, puntando il dito contro quella che veniva descritta come una pulizia etnica attuata nei loro confronti.

Anche Andrew Breitbart, fondatore dell’omonimo sito e co-fondatore del “Huffington Post”, espresse la necessità di opporsi all’ipocrisia e alla mentalità delle celebrità di Hollywood. Nel libro del 2004 Hollywood, Interrupted, da lui co-scritto assieme al giornalista Mark Ebner, venivano raccontate tutta una serie di storie che mettevano in luce i peggiori vizi delle elite dell’industria cinematografica statunitense. Rimanendo nell’ambito della saggistica, anche Shapiro ha criticato Hollywood nel libro del 2011 Primetime Propaganda, dove attaccava il monopolio della Sinistra nell’industria dell’intrattenimento e, in particolare, nelle serie televisive.

Conclusioni

Dal catalogo di “The Daily Wire”, si può dedurre che, per il momento, Shapiro intenda suddividere i suoi prodotti in due categorie: da un lato i documentari, che veicolano idee politiche conservatrici in merito all’attualità e alla storia; dall’altro lato le fiction, almeno in apparenza prive di connotati politici definiti ma che danno spazio ad attori di destra o che sono stati vittime della cancel culture.

Non si può fare a meno di ricordare che produrre un film o una serie è molto più costoso rispetto a pubblicare libri o testate giornalistiche, e pertanto il progetto comporta inevitabilmente un rischio economico. Il suo percorso nel mondo delle grandi produzioni è appena iniziato e solo il tempo ci dirà quali saranno i risultati.

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Giornalista pubblicista, ha scritto per le testate MosaicoCultweek e Il Giornale Off. Laureato in Beni culturali (Università degli Studi di Milano) e laureato magistrale in Giornalismo, cultura editoriale e comunicazione multimediale (Università di Parma).