La Polonia sotto Tusk: da presunta autocrazia a “democrazia militante”
La Polonia di Tusk, con un complice silenzio dei media, sta diventando una "democrazia militante" che reprime i conservatori e viola lo stato di diritto.
La Polonia di Tusk, con un complice silenzio dei media, sta diventando una "democrazia militante" che reprime i conservatori e viola lo stato di diritto.
Il 1° gennaio la Polonia ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell'UE, il che significa che i ministri polacchi presiedono ora le riunioni dell'organo decisionale supremo dell'Unione. Cosa aspettarsi? Ecco una panoramica.
Pomo della discordia è la condizionalità della concessione dei fondi al rispetto dello stato di diritto. Quello che il 90% dei giornali non vi dirà mai è che nello “stato di diritto” sono inclusi in modalità ormai irreversibile i soliti immancabili diritti lgbt.
Il PiS ha cercato di rafforzare le relazioni con gli Stati Uniti, anche se ciò causava il raffreddamento dei legami russo-polacchi. L'attuale leadership di Varsavia desidera inoltre concentrarsi maggiormente sulla cooperazione regionale, in particolare sul Gruppo di Visegrad.
La Polonia rimane un modello di resistenza e di risposta costruttiva all’omologazione euro-globalista. Uscito vittorioso da quarant’anni di spietata dittatura comunista, il popolo polacco difficilmente mostrerà particolari timori reverenziali verso le decadenti ideologie del XXI secolo.