Il Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli compie un passo storico: diventa la Fondazione Machiavelli. Un’evoluzione che trasforma il nostro impegno per l’Italia in un’eredità duratura destinata a permanere negli anni.

Le origini

L’idea del Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli nacque e germogliò nel corso del 2016. Un piccolo gruppo di cittadini, tra i quali Guglielmo Picchi e io, sentì il bisogno di un “think tank“, all’americana, d’impronta realmente nazionale, che – ispirandosi ai princìpi tradizionali e conservatori – potesse accompagnare la fase di evoluzione sociale, politica e culturale cominciata in Occidente.

Quell’anno, lo ricordiamo, due risultati elettorali sorpresero il mondo: il successo della Brexit nel referendum britannico e quello di Donald Trump nelle elezioni presidenziali americane. Quel sommovimento, si intuì subito, non era specifico del solo mondo anglofono. Anche l’Italia doveva prepararsi, e il nuovo Centro Studi doveva contribuire in tal senso, a dare idee e progetti concreti al nuovo corso politico.

La scelta fu di dedicare questo “centro di pensiero nazionale” a Niccolò Machiavelli. Il motivo è facilmente deducibile. Machiavelli, considerato il fondatore della moderna scienza politica, rappresenta nell’immaginario comune  l’erudito che, anziché rinchiudersi nella torre d’avorio, si mette a disposizione della comunità. Il genio fiorentino fu, inoltre, un fervente patriota. Ricordato soprattutto per il suo pragmatismo, spesso si dimentica che lo poneva al servizio di un progetto di liberazione e rinascita dell’Italia. Il principe si concludeva con una “esortazione a pigliare l’Italia e liberarla dalle mani dei barbari”.

Crescita e successi

Il Centro Studi Machiavelli nasceva, agli inizi del 2017, come una semplice associazione culturale, di poche persone, senza nessun sponsor e finanziatore esterno, dedita a organizzare convegni e pubblicare brevi studi. Eppure, in poco tempo riuscì a mostrarsi efficace e influente. Nel giro di un anno o poco più, “il Manifesto” già lo identificava come “un vero motore propulsore delle tesi identitarie” e “L’Huffington Post” come capace di realizzare “un capolavoro della metapolitica”. Più di recente, “Il Foglio” ne ha parlato come del “punto di riferimento del mondo conservatore” e “La Verità” come di uno dei think tank “più interessanti in Italia e in Europa”.

Ciò che è accaduto è che il Centro Studi Machiavelli, nel frattempo (2021) trasformatosi in associazione di promozione sociale, ha prodotto più di 200 convegni, 70 tra report e libri, 1.300 articoli di analisi, e lanciato i primi corsi di formazione a livello nazionale e internazionale. Alcune iniziative, come il “Forum Machiavelli Difesa” che si tiene annualmente, si sono rapidamente affermate quali prominenti nel settore di riferimento.

All’affermazione nazionale ha fatto il paio il riconoscimento internazionale. Il Centro Studi Machiavelli ha instaurato rapporti di collaborazione con varie entità estere, tra le quali spicca l’americana The Heritage Foundation, considerata (vedi ad esempio il Global Go To Think Tank Index Report) il più influente al mondo sulle politiche pubbliche. Gli esperti del Centro sono regolarmente invitati in molte nazioni per esprimere le loro opinioni e analisi su argomenti di rilievo globale.

Un nuovo capitolo

Il 26 giugno 2025 è stata formalizzata la trasformazione dell’a.p.s. in Fondazione Machiavelli – passaggio che oggi annunciamo pubblicamente.

Il Machiavelli continua a essere un’organizzazione senza scopo di lucro, in quanto ente del terzo settore, ma come fondazione avrà più autonomia finanziaria, maggiore flessibilità gestionale e capacità di gestire progetti a lungo termine. Con la Fondazione, non ci accontenteremo di continuare a fare “solo” convegni e report, ma cercheremo di ampliare l’attività in campi quali la formazione, la divulgazione e il sociale.

Come Niccolò Machiavelli consigliava ai prìncipi sperando nel risorgimento d’Italia, questa Fondazione che porta il suo nome aiuterà la Nazione a vincere le battaglie politiche, sociali e culturali del XXI secolo.

La visione

Il Centro Studi operava come un think tank “classico”: stilava report, organizzava convegni per discuterne, informava i decisori. La Fondazione continuerà a farlo, se possibile intensificando quest’opera di “suggeritore del Principe”, ma andrà anche oltre, investendo sforzi e risorse in ulteriori ambiti.

Tra quelli in cui opereremo con maggiore decisione c’è la formazione. Educare la prossima generazione d’italiani è un compito cruciale come pochi. Quella generazione si troverà ad affrontare sfide epocali e sarà chiamata a prendere decisioni dall’impatto profondo e duraturo. Presto nuove iniziative si aggiungeranno a quelle già in essere, come il Master in Antiterrorismo e il Patriots Bootcamp.

Sulla scorta del successo del Forum Machiavelli Difesa (e del suo “gemello”, il Forum Machiavelli Cultura), realizzeremo un numero maggiore di grandi eventi che possano fungere da catalizzatori di idee e proposte. Vogliamo incidere nel dibattito da cui sortiscono le scelte strategiche di questa nazione.

La mobilitazione dei cittadini e la promozione di un dialogo tra le diverse anime del paese sarà un ulteriore filone, poiché nessuna nazione è forte se non riesce a trovare una sintesi tra le varie istanze presenti. A proposito di stimolare il confronto tra idee differenti, non possiamo mancare, in questi giorni, di ricordare l’esempio di qualcuno che del dibattito tra posizioni opposte ha fatto una bandiera: Charlie Kirk. Il suo orribile omicidio non deve fermare i tentativi di promuovere i valori tramite il dialogo, l’argomentazione e il convincimento, al posto della propaganda e della prevaricazione che di questi tempi sembrano più in voga.

La Fondazione Machiavelli

I fondatori hanno deciso di nominare chi scrive presidente della Fondazione e Guglielmo Picchi il direttore generale. Assieme al nuovo Consiglio d’Amministrazione e al rinnovato Consiglio Tecnico-Scientifico, guideremo la Fondazione nella realizzazione della sua missione. Fra pochi giorni sarà lanciato anche un nuovo sito, rinnovato nella veste grafica e nell’organizzazione interna. Vi invitiamo a monitorare i nostri canali (e iscrivervi alla newsletter!) per rimanere sempre aggiornati.

Il futuro
La Fondazione Machiavelli nasce per essere un faro di pensiero strategico e patriottico, pronta a guidare l’Italia, i suoi decisori e l’opinione pubblica, attraverso le sfide del presente e del futuro. Con il nostro impegno per la formazione, il dialogo e il buon governo, vogliamo onorare l’eredità di Niccolò Machiavelli, contribuendo a un’Italia più forte, unita e consapevole.
Questo è solo l’inizio di un nuovo capitolo, scritto con la determinazione di chi crede nel riscatto della Nazione. La denatalità, la crisi dell’identità condivisa, la perdita di competitività economica, gli attacchi del terrorismo e dell’estremismo, sono minacce imponenti che non devono però fare disperare. In una fase storica in cui tutto sembra congiurare verso il declino dell’Italia, ci dobbiamo ricordare di quante epoche oscure abbia vissuto il nostro paese, tutte le volte riuscendo sempre a rialzarsi e tornare nella storia.
I cittadini riuniti nella Fondazione Machiavelli vogliono opporre l’ottimismo e la fiducia verso il futuro a un’epoca di crisi, in cui si sente parlare solo di apocalissi e cataclismi. Infinite sono le opportunità che offre il futuro. Come scrisse il poeta e patriota, Gabriele D’Annunzio, traducendo un’antica massima: Vi sono molte aurore che ancora non nacquero”.
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Fondatore e Presidente della Fondazione Machiavelli. Laureato in Scienze storiche (Università degli Studi di Milano) e Dottore di ricerca in Studi politici (Università Sapienza), è docente di "Storia e dottrina del jihadismo" presso l'Università Marconi. In precedenza ha insegnato anche presso l'Università Cusano, sulla geopolitica del Medio Oriente e l'estremismo islamico.

Dal 2018 al 2019 è stato Consigliere speciale su immigrazione e terrorismo del Sottosegretario agli Affari Esteri Guglielmo Picchi; successivamente ha svolto il ruolo di capo della segreteria tecnica del Presidente della Delegazione parlamentare presso l'InCE (Iniziativa Centro-Europea).

Autore di vari libri, tra cui Immigrazione: le ragioni dei populisti, che è stato tradotto anche in ungherese.