Daniele Scalea, Presidente del Centro Studi Machiavelli e co-autore del libro Trump contro tutti. L’America (e l’Occidente) al bivio, è stato intervistato da Federico Cenci per “International Family News” a proposito delle imminenti elezioni americane.

 

«Trump contro tutti». Oggi, come quattro anni fa, l’ex tycoon si candida alle presidenziali statunitensi dovendo sfidare sondaggi sfavorevoli, media invisi, tentativi di censura, campagne avverse alla sua persona prima ancora che alle sue idee e al suo operato. E oggi, ancora più che quattro anni fa, la posta in gioco è altissima. Le urne del 3 novembre non decreteranno infatti soltanto il vincitore tra un candidato Repubblicano e uno Democratico, ma tra due visioni del mondo, della società e persino antropologiche antitetiche.

L’importanza di queste elezioni è raccontata nell’agile saggio intitolato proprio Trump contro tutti. L’America (e l’Occidente) al bivio scritto a quattro mani da Stefano Graziosi (docente di Politica statunitense nella Fondazione Rui, e collaboratore de La Verità e Panorama) e Daniele Scalea (presidente del Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli, già autore di Immigrazione. Le ragioni dei populisti). “iFamNews” ha intervistato Scalea per parlare del libro – che tra l’altro contiene anche contributi di Daniele Capezzone e di Giancarlo Giorgetti – e dell’incidenza che le elezioni hanno soprattutto su temi bioetici.

Il ticket presidenziale Democratico è nettamente spostato su posizioni abortiste. Quanto inciderà sul voto?
L’aborto è un tema che divide molto gli Stati Uniti d’America e, malgrado la martellante propaganda progressista, rispetto agli anni 1990 è calato il numero di chi lo desidera sempre legale e aumentato quello di chi lo metterebbe al bando in ogni caso (la posizione maggioritaria rimane, ovviamente, quella mediana, che crede che l’aborto debba essere legale solo in determinate circostanze). I sondaggi dicono anche che sono aumentati gli elettori che votano esclusivamente in base alla questione aborto. Si stima che un elettore indipendente su quattro sia antiabortista tout court; di converso, però, le posizioni cosiddette pro-choice sono in crescita tra quanti si definiscono Democratici e ciò spiega perché quel partito stia spingendo per norme molto estreme, che consentono l’aborto fino al momento stesso in cui il bambino sta per vedere la luce. Siccome una buona metà degli elettori Democratici rimane convinto che l’aborto debba essere limitato, queste fughe in avanti possono però danneggiarlo. E questo spingerà sicuramente diversi elettori indipendenti e Repubblicani delusi dal presidente Donald J. Trump a non votare il candidato Democratico Joe Biden.

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