Oggi, 13 dicembre 2019, difficilmente qualcuno o qualcosa potrà rovinare la giornata di un conservatore. Boris Johnson, quello spettinato, impresentabile, politicamente scorretto, un altro puzzone dipinto dal mainstream europeo, non ha semplicemente vinto le elezioni, le ha stravinte.

I Conservatori inglesi hanno conquistato 364 seggi (+ 46 rispetto alle elezioni del 2017) ottenendo la maggioranza assoluta (la soglia è a 326 seggi) in Parlamento, contro i miseri 203 dei Laburisti (-59 rispetto al 2017) guidati dal comunista Jeremy Corbyn. Non si tratta di una semplice vittoria, ma di una svolta epocale per tutta la politica europea, perché queste elezioni segnano il definitivo passaggio per portare a termine la Brexit, votata dal popolo britannico ben tre anni fa.

I motivi di soddisfazione sono talmente tanti che possiamo procedere in ordine sparso, perché sarebbe difficile stabilire una gerarchia. Iniziamo dall’ammirazione, e un pochino di invidia, per un paese in cui un partito non solo non ha paura di definirsi conservatore, ma è anche maggioranza. Siamo nella patria di Burke, Adams e Coleridge che, evidentemente, hanno lasciato un’eredità molto più importante e profonda di quanto si possa pensare.

Vedere la sinistra nel panico e in crisi di identità ci insinua istintivamente un sorriso beffardo sulla faccia, ma non si tratta di meschinità, quanto di un sano e liberatorio sentimento di libertà che può provare soltanto colui che smaschera un bugiardo. Quante ne abbiamo dovute subire! Mesi di prime pagine di “Repubblica” e “Corriere” sui “milioni in piazza contro la Brexit”, mesi e mesi di opinionisti tv, giornalai e politicanti che con il ditino da maestrini ci spiegavano che la Brexit non si sarebbe mai fatta, perché il popolo britannico si era già pentito di aver votato “leave”. Campagne denigratorie su un leader politico di grandissima cultura e intelligenza dipinto come un pazzo ignorante. Tutto svanito in una notte. L’ennesima figuraccia e un altro importante colpo alla credibilità di un sistema che dovrebbe fare informazione.

Renzi il 23 marzo di quest’anno scriveva su Twitter: “Oggi un milione in piazza per dire NO alla Brexit. La Brexit dimostra che se dici bugie al tuo popolo puoi vincere un referendum ma poi vieni sconfitto dalla realtà”. Esattamente, sconfitti dalla realtà! Puoi essere un bugiardo cronico, uno che non ha mai vinto una elezione che parla di vincere elezioni, ma poi vieni inesorabilmente sconfitto dalla realtà.

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È la vittoria di un popolo indipendente e sovrano contro un’istituzione di tipo imperiale quale è la UE. Ci hanno provato in tutti i modi, li hanno minacciati, li hanno terrorizzati, ma il popolo britannico, la più antica democrazia del mondo, ha tenuto duro. Per la prima volta da quando è nata l’Unione Europea, i burocrati di Bruxelles dovranno fare i conti con la volontà di un popolo che non sono riusciti né a scavalcare né ad annichilire. Fino a ieri uno Stato sovrano e indipendente poteva uscire dall’Unione Europea solo sulla carta, è come Scientology: “Sei libero di uscire ma non te lo permetteremo”. Ed infatti ci hanno provato: improvvisi cambi di casacca tra i conservatori inglesi, improvvise sentenze della magistratura che interrompevano una prassi secolare (sospensione dei lavori del Parlamento decisa dal Premier e controfirmata dalla Regina), eppure un popolo fiero e forte non si è arreso. Forse in Italia avrebbero trovato qualche altro escamotage con la complicità delle istituzioni, ma in Gran Bretagna le regole si rispettano e si va a votare.

Non c’è solo la Brexit, c’è il fallimento dell’intero sistema proposto dalla sinistra e dai progressisti negli ultimi 50 anni. Il modello cosmopolita di Londra, assenza di confini, di barriere, le chiacchiere e la propaganda buonista sull’integrazione. Fuori da Londra i lavoratori che hanno sofferto la crisi provocata da un modello economico sbagliato si sono ribellati, i cittadini ostaggio delle minoranze islamiche si sono ribellati. È la forza della realtà contro la propaganda. La vittoria della verità contro l’ideologia folle.

C’è anche la speranza generata nel resto d’Europa. Ora i sovranisti e gli identitari di tutta Europa sanno di poter contare su un alleato dentro i confini di casa. Siamo solo all’inizio, la strada è ancora lunga e piena di ostacoli, ma che soddisfazione! Grazie Boris.


Fabrizio Formicola, giurista, è responsabile di Nazione Futura per il Sud Italia.