Daniele Scalea, Presidente del Centro Studi Machiavelli, è intervenuto su RPL a "Il punto politico", programma condotto da PierLuigi Pellegrin, per discutere del suo articolo "La migrazione come arma".
Da alcuni anni si studiano i flussi migratori in connessione a forme irregolari d’aggressione. L'immigrazione di massa e incontrollata pone sotto stress il Paese che lo riceve, potenzialmente conducendolo ad una crisi sociale.
Polonia e Paesi baltici hanno applicato la nozione di "guerra ibrida" ai flussi migratori. Al di là di certa retorica secondo cui l'immigrazione è sempre benefica, quando i flussi sono troppo massicci e da Paesi culturalmente distanti espongono chi li riceve a crisi sociali ed economiche.
Il rapporto trimestrale di Frontex fotografa un aumento generalizzato di flussi illegali verso l'Europa. 13 Paesi sui 27 dell'UE hanno chiesto all'Unione di finanziare la costruzione di muri. L'Italia non è tra questi e sta diventando il ventre molle.
L'immigrazione è tornata a essere un tema pressante sui tavoli europei - ma non certo grazie ai rappresentanti italiani Di Maio e Lamorgese. A imporla nell'agenda sono stati invece baltici e polacchi, preoccupati per la crescente pressione proveniente dal confine con la Bielorussia.
In marzo si è aggiunta una rilevante accusa della magistratura americana contro Maduro e i suoi più stretti collaboratori: traffico internazionale di droga. Fra i partecipanti protagonisti spiccano le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (F.A.R.C.) e il Cartel de los Soles venezuelano.
La complicata incertezza che oggi prevale nell’Unione Europea si rivela nella curiosa maggioranza che ha confermato Ursula Albrecht von der Leyen alla presidenza della Commissione: popolari, liberali, Visegrad, metà dei socialisti e 5Stelle.
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