Nel Dossier n. 42, realizzato con il contributo della Augustus Foundation, Emanuel Pietrobon descrive l’ultima frontiera della guerra ibrida, ossia la guerra cognitiva, evidenziando le minacce anche per l’Italia.

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SOMMARIO ESECUTIVO

 

  • Le nuove guerre ibride contemplano la conduzione di conflitti da remoto combattuti con armi non letali. È il caso delle operazioni cognitive, l’ultima frontiera delle guerre ibride, che attaccano l’ambiente informativo di una società per seminare discordia e indebolirla.
  • L’aspettativa di chi conduce operazioni cognitive è una vittoria alla Sun Tzu: un nemico sopraffatto senza la necessità di combatterlo.
  • Russia e Cina hanno condotto operazioni cognitive per fomentare le divisioni all’interno delle società occidentali, polarizzandole e fomentando le contrapposizioni pre-esistenti.
  • L’IRA, gruppo legato a Evgenij Prigožin, negli anni dell’amministrazione Trump ha usato i social per seminare discordia negli USA, rivolgendosi particolarmente agli afro-americani per rinfocolare le tensioni razziali.
  • TikTok è accusato di essere un’operazione cognitiva della Cina. Mentre la versione cinese promuove contenuti edificanti, all’estero TikTok diffonde wokeismo, comportamenti antisociali e altre idee che indeboliscono le società bersaglio.
  • Le democrazie liberali sono particolarmente vulnerabili alle operazioni cognitive, ma ad oggi mancano strategie di prevenzione e deterrenza. L’Italia dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo del pensiero critico nei giovani e sul controllo di quanto avviene in Internet.

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Dossier 42 - Guerra cognitiva
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Analista geopolitico, consulente di politica estera e scrittore. Laureato in Area and global studies for international cooperation (Università di Torino), si è formato tra Italia, Polonia, Portogallo e Russia. Specializzato in guerra ibride, questioni latinoamericane e spazio post-sovietico.