di Simone Billi

Sono stato in visita al Centro di ricerca sulla fusione d’idrogeno ITER a Cadarache (Marsiglia). Si tratta di un progetto internazionale in costruzione ad opera di un consorzio internazionale composto da Unione Europea, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti d’America, India, Corea del Sud. Lo scopo è quello di realizzare un reattore a fusione di idrogeno per generare energia elettrica.

Questo procedimento prevede di fondere insieme due atomi di idrogeno per generare energia. Ha bisogno di temperature elevatissime: circa 150 milioni di gradi centigradi. Considerando che la temperatura di fusione dei metalli è di circa 1.200 gradi, si capisce la sfida tecnologica. Per realizzare questa fusione, un gas di idrogeno viene sospeso in un intenso campo magnetico generando un plasma grazie a pressione e temperatura elevatissime. Il plasma viene ancora riscaldato fino a 150 milioni di gradi fino a fondere i nuclei degli atomi tra loro, producendo energia sotto forma di calore. Il calore può essere usato per produrre vapore e generare elettricità attraverso una turbina.

Il principio fisico della fusione è lo stesso che alimenta le stelle ed il nostro Sole. Con questa fusione si produce 4 milioni di volte più energia di una fonte tradizionale come il carbone. Ad esempio, la quantità di energia prodotta in un anno da una centrale a carbone di 1.000 Mw, che può alimentare una città da 500.000 abitanti, equivale a 250kg di idrogeno da fusione.

L’idrogeno può essere estratto dall’acqua, pertanto è praticamente inesauribile. In caso di incidente, la centrale si spegnerebbe da sola. Questa combustione non produce gas serra, scorie radioattive o plutonio, eliminando il problema dello stoccaggio delle scorie.

Le innovazioni tecnologiche coinvolte nel progetto sono diverse: criogenia, superconduttori, vuoto spinto, materiali, sistemi antisismici, meccanica di precisione. È enorme l’impatto sull’industria e l’innovazione tecnologica e sulle ricadute dirette nella società civile: ad esempio, il costo per i nuovi superconduttori delle risonanze magnetiche è stato diminuito di un fattore di 10 volte. Questa tecnologia, una volta resa industrialmente applicabile, rappresenterebbe una rivoluzione per l’umanità intera, poiché si potrebbe produrre energia elettrica con un combustibile illimitato ed una sicurezza intrinseca, su larga scala e senza produzione di inquinanti o scorie radiattive.

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In cifre, il contributo italiano al centro di ricerca ITER si attesta ad oggi intorno ai 900 milioni €, mentre le commesse per le imprese italiane sono state, dall’inizio del progetto, di circa 1,8 miliardi €.

(Ringrazio per l’ospitalità all’ITER Eisuke Tada, Acting Director General, Sergio Orlandi, Plant Engineering and Construction Department Head, Mario Merola, Engineering Department Head, Federico Fortunato, Electrical Systems Installation. Ringrazio per la partecipazione e gli interventi Roberto Adinolfi, Presidente e CEO Ansaldo Nucleare, Davide Malacalza, Presidente ASG Ansaldo Superconductors, Mattia Malacalza, Stakeholder  Gruppo Ansaldo Superconduttori, Fabio Dalla Serra, Presidente e CEO Cestaro Rossi, Andrea Gemignani, Direttore Commerciale Cestaro Rossi, Carmine Pierni, CEO Monsud, Emanuele Colantuoni, Project Director Monsud, Vincenzo D’Ingianti, Direttore Progetto Fincantieri, Paolo Delfino, Direttore Generale Vernazza, Ersilia Ingratta, Direttore Commerciale Leonardo).

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Deputato eletto alla Camera nella Circoscrizione Estero - Europa. Capogruppo della Lega nella Commissione Affari Esteri e presidente del Comitato per gli Italiani nel Mondo. Laureato in Ingegneria industriale è dirigente nel settore della proprietà intellettuale.