Nel primo numero della nuova serie “MachiavelliIdee”, dedicata a testi di riflessione e pensiero, Marco Malaguti e Maria Alessandra Varone affrontano dal punto di vista filosofico le grandi questioni di bioetica: l’aborto e l’eutanasia.
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SOMMARIO ESECUTIVO
- L’accettabilità dell’aborto chiama in causa i limiti della libertà individuale, espressi oggi in termini soggettivi (non “cosa”, ma “chi fa cosa”). L’aborto è una soluzione pratica, non è sublimabile a diritto inalienabile: non è mai “giusto”.
- Gli eroi classici si sacrificavano per il bene della comunità; oggi la scelta dell’eutanasia è una rinuncia alla vita per la cessazione del dolore individuale. L’etica dell’interesse si sostituisce a quella del dono.
- Aborto ed eutanasia si sdoganano spargendo confusione sui momenti in cui la vita comincia e termina. Si creano così “mondi di mezzo” caratterizzati da anarchia e anomia, simili all’Inferno faustiano, in cui l’uomo è “soggetto” nel senso servile del termine.
- La liberazione dallo stato di soggetto si può ottenere tramite una poetica (prima ancora che etica) cavalleresca, che rifiuti di fuggire dalla vita ma cerchi di renderla bella e onorata.
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Idee 1 - BiopoeticaLaureata in Filosofia e laureata magistrale in Scienze Filosofiche all'Università degli Studi Roma Tre, attualmente è dottoranda presso il medesimo ateneo per il curriculum "Filosofia analitica e scienze empiriche". I suoi interessi di ricerca sono rivolti alla metafisica e alla storia della scienza in Europa tra Settecento e Ottocento.
Ricercatore del Centro Studi Machiavelli. Studioso di filosofia, si occupa da anni del tema della rivalutazione del nichilismo e della grande filosofia romantica tedesca.
Sono stato tra i (pochi, non più di 10 inclusi relatori ed operatori video/audio) presenti all’evento e confermo che non si giustifica alcuna polemica su legge 194 o altro tema sensibile. Sono intervenuto in fase dibattito finale rivendicando il valore “estetico” (poetico, come da titolo del convegno) del trascurato momento decisionale della ricerca di procreazione, impegno di “causa efficiente” tra i due soggetti (intenzionali e fisici) nel processo del quale era stata richiamata la “causa formale” e quella “finale” ed ho fatto osservare che ne risultava scontata la dicotomia aborto-nascita. Chi conosce la 194 non solo attraverso il bla-bla politico-mediatico sa che ciò è ASSOLUTAMENTE in linea con le previsioni e lo spirito della stessa.
Ho altresì auspicato una più incisiva al milieu culturale da parte della politica al fine di sfuggire alla profezia di Chesterton (“spade saranno sguainate per dimostrare che l’erba è verde d’estate”)… in realtà l’esempio portato faceva riferimento alla genitorialità.
Grazie per lo spazio