Tutto esaurito e persone rimaste in piedi al convegno «Se questo è l’uomo», organizzato da Cinabro Edizioni, Pro-Vita & Famiglia e dalla rivista “Fuoco” nella prestigiosa cornice di Palazzo della Cancelleria al centro di Roma. Ad attrarre il pubblico, senza dubbio i nomi del parterre che ha animato le due sessioni di lavoro: Maria Rachele Ruiu, Simone Pillon, Francesco Borgonovo, Enrica Perucchietti, Francesco Giubilei e Marcello Foa, moderati da Paolo Inselvini.
Nelle intenzioni degli organizzatori, lanciare un dibattito sulle derive del transumanismo; partendo dall’attualità (e in particolare dal deprimente spettacolo del Festival di Sanremo), gli ospiti hanno ragionato su una visione critica del presente e delineato proposte di reazione e organizzazione per il futuro.
Un futuro dove non c’è la prospettiva di una vittoria sfolgorante. Nessun Gandalf con l’esercito di Rohan che spunta all’alba per salvare il Fosso di Helm: lo scontro con il futuro disegnato dagli Schwab e gli Harari e portato avanti dai loro volenterosi collaboratori sarà lungo e duro. Chi ha fede, come molti dei partecipanti al convegno, ha dalla sua la forza di una ricompensa ultraterrena, comunque vada la battaglia nel secolo. Chi invece non possiede questa Grazia, tiene comunque la linea con pertinacia, con l’unica ricompensa di aver fatto la cosa giusta e venduta cara la pelle.
Ed è proprio questa inedita sintesi fra trincea cattolica tradizionale e le ridotte di chi non condivide la fede cristiana a costituire il principale motivo di interesse destato da questo convegno. Un processo in corso già da diverso tempo, ma che le derive degli ultimi anni sta contribuendo a far emergere con più vigore. In altre parole, cambia il motivo per il quale si condividono certi valori, ma si sta realizzando un sostrato etico comune fra chi lo fa per fede e chi per convinzione ideologica.
E dunque il rifiuto di una concezione antagonista del rapporto fra uomo e donna (Ruiu) e la consapevolezza di dover condurre una battaglia lunga, dura e forse senza una vittoria almeno in questa vita, nel senso religioso o semplicemente anagrafico dell’espressione (Pillon e Borgonovo), la necessità di creare reti di solidarietà fra intellettuali che condividono questa lotta (Perucchietti), la sempre maggiore consapevolezza dei meccanismi di controllo sociale da parte dell’establishment (Foa) unita alla volontà di creare una contro-egemonia culturale alternativa a quella della Sinistra liberal (Giubilei) hanno rappresentato alcuni dei punti salienti del convegno.
L’incontro ha suscitato molti spunti d’interesse. È stata soprattutto evidenziata una necessità: c’è bisogno di organizzare la resistenza al nuovo mondo transumanista di cui le Ferragni, la censura sui social, la “transizione ecologica” sono gli epifenomeni. Chi metterà su una società di mutuo soccorso per assicurare agli intellettuali di quest’area il supporto economico e legale nella loro battaglia? Chi costruirà la contro-egemonia culturale?
In chiusura, il convegno si è aggiornato per l’anno prossimo. Nel frattempo, c’è da sperare che gli allarmi lanciati dagli intellettuali trovino terreno fertile per passare all’azione.
Redattore del blog del Centro Studi Machiavelli "Belfablog", Emanuele Mastrangelo è redattore capo di "CulturaIdentità" ed è stato redattore capo di "Storia in Rete" dal 2006. Cartografo storico-militare, è autore di vari libri (con Enrico Petrucci, Iconoclastia. La pazzia contagiosa dellacancel cultureche sta distruggendo la nostra storia e Wikipedia. L'enciclopedia libera e l'egemonia dell'informazione).
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