di Alberto Basile

La scorsa settimana sul quotidiano ‘La Stampa’ è stato pubblicato un interessante articolo del professor Giovanni Orsina sull’idea del partito unico del centrodestra. Orsina cerca di superare l’aspetto strategico di “politica politicante” per sottolineare invece la portata culturale di quest’operazione, che dovrebbe rispondere alla domanda su quale sarà la Destra italiana nel terzo decennio del XXI secolo.

Nell’articolo sono riportati anche dei dati molto interessanti tratti da un sondaggio francese sugli orientamenti politici in Francia, Germania, Regno Unito e Italia. Ne risulta un quadro abbastanza chiaro: in tutti i Paesi, sebbene con leggere differenze, la maggior parte dell’opinione pubblica si definisce di destra; in particolare in Italia lo fa il 44%, contro il 31% che si dice di sinistra e il 20% di centro. Il dato italiano a favore della Destra è il più alto tra i quattro Paesi citati e tra i giovani questa prevalenza è ancora più accentuata.

Insomma i segnali per la nostra parte politica sono positivi ed è per questo che dobbiamo porci con massima attenzione il quesito su come rappresentare politicamente questa parte di elettori e su come sostenerla e arricchirla attraverso un adeguato dibattito culturale.

Orsina sottolinea come gli ultimi risultati elettorali in giro per l’Europa stiano premiando i partiti classici del Centro-Destra: i Popolari in Spagna, i Repubblicani in Francia, i Conservatori in Inghilterra e i Democratico-Cristiani in Germania. Motivo per cui una federazione tra Forza Italia e Lega in Italia potrebbe costituire la via italiana nella direzione di un grande partito di centro-destra capace di rispondere alle sfide della globalizzazione e di opporre i propri valori conservatori alla rumorosa minoranza di adepti del politicamente corretto.

Ma l’appello finale di Orsina tocca un tema che ci riguarda più da vicino, vista la sede in cui scrivo. Il professore, infatti, sottolinea il fondamentale ruolo che le fondazioni culturali dovrebbero giocare nel fornire allo schieramento di centro-destra le necessarie basi ideali e valoriali e il prezioso supporto alla crescita di una classe dirigente all’altezza delle sfide che ci troviamo di fronte. In questo senso un partito unico del centrodestra, con o senza la Meloni, dovrebbe essere animato da una pluralità di associazioni e gruppi che collaborano e competono per arricchire le competenze e le fonti culturali del partito.

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Risultano perciò condivisibili le parole di Silvio Berlusconi di domenica 27 giugno sul “Giornale”, in cui parla di “un partito unico nel quale sia tutelata ogni identità”. Berlusconi chiarisce che si tratta di “mettere in moto un grande processo politico di riflessione, di studio, di discussione, di elaborazione di contenuti e anche di regole”.

Rivolgo quindi il mio personale appello a Daniele Scalea, al Centro Studi Machiavelli e a tutte le fondazioni dell’area liberal-conservatrice e sovranista affinché creino nei prossimi mesi nuove occasioni per alimentare questo dibattito e portare idee ed entusiasmo all’interno del mondo del Centro-Destra, in modo da essere decisivi e indispensabili per i futuri assetti dello schieramento.

Il Centro-Destra ha bisogno di idee e contenuti, altrimenti il partito unico rischia di essere un contenitore vuoto.

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Classe 1988, dottore in Lingue straniere (Università Cattolica di Milano). Poliglotta ma sempre profondamente legato al proprio Paese, si reputa un liberale conservatore e realista. Lavora in ambito commerciale per un marchio italiano del lusso.