di Herbert Kickl

Non fraintendetemi: non ho nessun problema con chi si vaccina. Nessuno. Ma sono preoccupato dal modo irresponsabile di agire, per cui molte persone mi dicono di vaccinarsi non perché convinte di fare qualcosa di buono per la loro salute o di proteggersi da qualche virus, ma perché hanno paura che altrimenti subiranno ripercussioni nella loro vita professionale o hanno paura che i loro figli possano essere maltrattati a scuola. Hanno paura di ripercussioni negative entro la loro cerchia di amici o, semplicemente, di essere trasformati in cittadini di seconda classe. […] Questo fa parte della strategia che si sta perseguendo. Stanno cercando di far sentire in colpa se si decide liberamente di non partecipare a questa sperimentazione clinica sul campo […].

Stiamo vivendo una situazione in cui vengono imposti dei divieti occupazionali de facto alle persone che non si vaccinano. E questo va già ben oltre il settore sanitario […]. Naturalmente abbiamo anche la scuola, dove la pressione è aumentata in modo massiccio. Semplicemente perché i non vaccinati, se verranno accolte le proposte del ministro dell’educazione, diventeranno alunni di serie B.

Tutto questo sta accadendo in Austria e tutto questo viene portato avanti dalle più alte autorità austriache. E tutti gli altri partiti hanno aderito. Posso solo far notare che ciò che sta accadendo è esattamente ciò da cui il Partito della Libertà da sempre mette in guardia. Abbiamo detto che alla fine, delle tre “G” (Gestestet, Geimpft, Genesen: testato, vaccinato, guarito), l’unica che rimarrà sarà quella di vaccinato; ed eccoci già arrivati a questo punto: vaccinato come biglietto d’ingresso per la partecipazione alla vita sociale, nel mondo del lavoro, nel sistema sociale, nei divertimenti, svaghi ed eventi.

Questa “G” non significa nemmeno essere vaccinati, ma significa ricevere prima una puntura, poi una seconda e poi una terza e così via, come sappiamo dal ministro della Sanità Mückstein. Perché la speculazione a tanto è arrivata. Ho letto recentemente in un articolo che il direttore tecnico dell’OMS sta già pensando a cosa si farà quando finiranno le lettere dell’alfabeto greco per denominare le future varianti del coronavirus, e si potrebbe ricorrere ai nomi delle costellazioni: per lo meno ci chiarisce verso dove si stia andando. È una storia senza fine quella in cui ci troviamo immersi. La vaccinazione non è una liberazione una tantum, sta diventando una condizione permanente, una storia infinita che non sarà spezzata se non saremo noi a spezzarla. Vorrei dirvi molto chiaramente che questo è l’obiettivo del Partito della Libertà: insieme alla popolazione austriaca, interrompere questa storia infinita, affermare il principio della volontarietà, rendere l’unidimensionalità della politica sul problema covid-19 un ricordo del passato. Questo è l’obiettivo dichiarato.

[…] Qual è il senso della vaccinazione e perché le vaccinazioni avviate in passato, che tutti conosciamo, sono ampiamente accettate nella popolazione? In realtà ci sono tre aspetti associati alla vaccinazione. Uno è la protezione contro l’infezione e quindi la malattia per la persona che viene vaccinata. La seconda è la protezione contro la trasmissione ad altri. La terza è la ragionevole sicurezza che non ci saranno conseguenze negative per la salute della persona che viene vaccinata. La cosa interessante è che con questi nuove tecnologie di vaccini, che vengono utilizzati su larga scala per la prima volta, è tutto diverso. Nessuno dei tre aspetti summenzionati è valido. I vari Kurz, Mückstein o chi per loro hanno mentito alla popolazione.

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La pandemia non finisce per i vaccinati. Non è un atout e l’estate in corso non è come quelle cui eravamo abituati. Guardiamo a Israele. Gli israeliani sono sempre stati il primo esempio per il nostro Cancelliere e quanto sta accadendo loro è la confutazione empirica della propaganda del governo austriaco. Più della metà delle persone infette sono state completamente vaccinate. La maggior parte di coloro che sono in ospedale sono vaccinata. Tra i malati gravi abbiamo una percentuale molto, molto grande di vaccinati. Qualche giorno fa leggevo sul “Jerusalem Post” di 250 casi gravi di covid. Di questi 250 casi di gravi 210 riguardano ultrasessantenni, ossia un gruppo a rischio. Di questi 210, 153 sono completamente vaccinati e 7sono in fase di “immunizzazione” (anche se è un paradosso chiamarla così). La maggior parte di coloro che hanno gravi decorsi della malattia sono persone completamente vaccinate.

Questa non è la propaganda malvagia di qualche scettico delle anti-coronavirus del governo austriaco, ma le statistiche israeliane. Ci hanno sempre detto che, tra i gruppi particolarmente bisognosi di protezione, gli anziani sono quelli che devono vaccinarsi prima e poi viene fuori questo. Allora mi chiedo: quali conseguenze si possono trarre da questi risultati empirici?

Il prossimo esempio è l’Islanda, di nuovo un Paese con un alto tasso di vaccinazione. Anche loro hanno superato l’intera pandemia molto, molto bene: nell’ultimo anno e mezzo solo 30 persone sono morte con o per covid-19. Ma ci sono stati sviluppi interessanti nelle ultime settimane. All’inizio dell’estate l’incidenza è stata pari a zero per settimane. Ora, improvvisamente, in due settimane, da metà luglio all’inizio di agosto, abbiamo un’incidenza di 238. Questo significa che i numeri sono aumentati di quasi venti volte in un tempo molto breve. E ora abbiamo una situazione in cui per cinque giorni di fila ci sono state più di 100 nuove infezioni al giorno. E non c’è da sorprendersi, dal momento che il locale epidemiologo-capo dice chiaramente come si sia dimostrato che le persone vaccinate possono facilmente prendere il virus e altrettanto facilmente trasmetterlo.

(Fonte: Unser Mitteleuropa via European Media Cooperation)

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Presidente del partito austriaco Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ). Ministro degli Interni dal 2017 al 2019.