Daniele Scalea, Presidente del Centro Studi Machiavelli, è stato intervistato da Niva Mirakyan per l’edizione italiana di “Sputnik”, a proposito delle difficoltà del Centro-Destra dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. 

Il Presidente Scalea ha notato che si attraversa un momento di profonda divisione, che rischia di diventare definitiva se passasse una legge elettorale proporzionale. Proprio in questa fase, però, ritiene necessario perseguire l’obiettivo del partito unitario, purché con democrazia interna in un sistema di primarie aperte. 

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“Si può dire che in Italia allo stato esiste una coalizione del centrodestra? È evidente che no, dopo che alla seconda carica dello Stato esponente di Forza Italia che contava sulla carta di 450 voti per diventare presidente della Repubblica ne sono mancati 70, 40 dei quali della stessa Forza Italia. E allora oggi andrebbe ricostruita ma guardando al futuro: anima, valori, ideali e grandi obbiettivi comuni per costruire il sogno del nostro futuro”, lo dice Matteo Salvini dopo le tensioni emerse durante l’elezione di Mattarella.
Quali sono le origini di questa sconfitta che ha restituito il pallino al centrosinistra? Dopo il Mattarella bis, il centrodestra è arrivato al capolinea o si può ancora salvare? Per parlarne, Sputnik Italia ha raggiunto Daniele Scalea, co-fondatore e presidente del think-thank Centro Studi politici e strategici Machiavelli.
– Daniele, a tuo avviso perché i piani del centrodestra di portare un suo esponente al Colle sono falliti e il “miracolo” tanto atteso non si è compiuto? Quali fattori hanno inciso sulla sconfitta?
 Il primo e più importante è stata la mancanza di un numero di delegati sufficiente ad eleggere un presidente. Questo costringeva a cercare il sostegno o di altri gruppi, o di un numero cospicuo di “battitori liberi” al di fuori dell’area di centrodestra. In ogni caso, ciò ha ridotto drasticamente le possibilità e pressoché azzerato quelle dei candidati più “identitari”. Il secondo fattore è stato il tradimento dei centristi.
Quando il centrodestra ha provato a votare su un profilo proprio, ma moderato, come quello di Elisabetta Casellati, sono stati proprio i centristi a far mancare un gran numero di voti. A quel punto era chiaro che una parte cospicua dei delegati di centrodestra – e un intero gruppo, quello di “Coraggio Italia” – remava per avere un nuovo presidente di sinistra. Probabilmente, la loro prima scelta era …CONTINUA A LEGGERE SU SPUTNIK…