Il settore della formazione per i dipendenti e lo sviluppo delle aziende beneficia maggiormente di due canali di finanziamento. I bandi regionali per la formazione, finanziati con la Legge 236/93, e i Fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua (FPI), la cui gestione spetta, secondo la Legge 388/2000 (Governo D’Alema), alle maggiori sigle sindacali, in accordo con le più importanti associazioni datoriali (Confindustria, Confapi, Confcommercio etc.).
I Fondi hanno natura giuridica privata e, quindi, non prevedono nessun obbligo di deposito dei bilanci. Tuttavia, le risorse che vengono utilizzate sono di natura pubblica, come sancito da un parere del Consiglio di Stato del settembre 2015.
Tali risorse provengono, infatti, dalle aziende iscritte ai Fondi, attraverso la trattenuta dello 0,3 per cento dagli stipendi dei dipendenti, versato all’INPS mensilmente. Circa un miliardo di euro, destinato ogni anno alla formazione mediante progetti aventi il compito di rispondere alle sfide occupazionali poste dai processi di modernizzazione al sistema economico. In un contesto, con la produttività ferma da 25 anni e la disoccupazione tra le più alte dei paesi Ocse, che ha portato all’apertura di oltre 150 tavoli di crisi al il Ministero dello Sviluppo Economico.
Durante un’interrogazione, presentata dall’On. Walter Rizzetto un anno fa, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha indicato nell’Anpal (Associazione Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) l’ente responsabile della vigilanza e del monitoraggio sulla gestione dei Fondi che finanziano i programmi di sviluppo nati da un Protocollo d’intesa tra le parti sociali per i piani formativi. Il Ministero del Lavoro, però, non ha evaso le richieste di chiarimento sulla composizione del Consiglio di Vigilanza Anpal, sancito con atto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2016, del quale fanno parte rappresentanti dei lavoratori dipendenti e dei datori di lavoro, provenienti dalle stesse realtà incaricate della gestione dei Fondi.
L’italico vizio di far coincidere i controllori con i controllati.
Andrea Iacovitti è collaboratore de “Il Borghese”; Marcello Granati è dottore in Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione.
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