Qualcuno si è accorto della marea umana che il 6 ottobre ha invaso a Parigi piazza Edmond Rostand – e oltre – nei pressi del  Senato “per far sentire ai senatori l’inquietudine delle famiglie e dei francesi”?

La Manif pour tous è scesa di nuovo in piazza il 6 ottobre, a Parigi, una mobilitazione al di là di ogni aspettativa e contro la proposta di legge, approvata all’Assemblea nazionale, a favore della fecondazione artificiale per tutti: le donne tra i 18 e i 43 anni potranno avere un figlio a spese dello Stato grazie ad un donatore di sperma. Raggiunta la maggiore età, chi è nato in questo modo potrà accedere a poche informazioni sul padre biologico: motivazione della donazione, età ed eventuali patologie. Niente identità e meno che mai avere il diritto di incontrarlo.  

Lo slogan Liberté, égalité, paternité è riecheggiato in lungo e in largo la Francia, ma anche fuori. Finora in Francia il ricorso alla Pma era riservato alle coppie sterili eterosessuali in età fertile.  La possibilità dell’estensione del diritto alla “Pma” (procreazione medicalmente assistita) alle donne single e alle coppie lesbiche ha fatto trasalire persino l’episcopato francese. Ma era una promessa elettorale di Emmanuel Macron, al quale pare non interessare il sondaggio Ifop dell’1 ottobre secondo il quale l’83% dei francesi sostiene il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. Grégor Puppinck, direttore del Centro europeo per il diritto e la giustizia, dal palco ha ammonito “non c’è alcun motivo per cui il desiderio di un figlio da parte di un adulto vinca sul bisogno di un padre da parte di un bambino.Questa è una ingiustizia e una violenza inflitta ai bambini”.

Così, dalle immagini, cui i media internazionali non hanno dato alcun tipo di rilievo, arriva un messaggio chiaro. C’è una Francia che resiste. Una maggioranza che prova ad essere non silenziosa e vuole imporre il dato di realtà. È il sussulto di un Paese in crisi dove le cattedrali bruciano, il multiculturalismo è un credo e l’islam è infiltrato persino nelle forze dell’ordine.   

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Lorenza Formicola, giornalista e saggista, scrive per “Il Giornale” e la “Nuova Bussola Quotidiana”.

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Saggista e pubblicista, è analista del mondo arabo e islamico. Si occupa di immigrazione e sicurezza, con una particolare attenzione alla nuova islamizzazione dell'Europa. Scrive soprattutto per "La Nuova Bussola Quotidiana", "Analisi Difesa" e "Il Giornale".