Il sito Oltre la Linea ha recensito il libro di Stefano Graziosi e Daniele Scalea Trump vs. everyone. America (and the West) at the crossroads.

 

Trump contro tutti: questo il titolo del saggio di Stefano Graziosi e Daniele Scalea, libro essenziale in un momento essenziale. Primo perché viene pubblicato a ridosso delle elezioni statunitensi in programma il 3 novembre (ed è lì che si snoda il fulcro di una questione cruciale), secondo perché analizza in modo certosino una fase transitoria del tutto particolare della politica americana, e di come lo stesso Election Day potrebbe rappresentare uno spartiacque non solo per i prossimi anni, ma per i prossimi decenni.

Ciò che colpisce del nome scelto per l’opera è soprattutto il sottotitolo. Niente potrebbe essere più adatto di L’America (e l’Occidente) al bivio. In realtà sarebbe stato più corretto parlare di bivi. La strada, infatti, si divide senz’altro in due tronconi per ciò che accadrà dopo l’Election Day del mese prossimo. Ma si è già divisa, per ben due volte, negli anni scorsi.

Il primo bivio di Trump contro tutti è la candidatura del Tycoon per il Partito Repubblicano, che si inserisce in mezzo a una disputa interna tra i “moderatisti” di Jeb Bush, favorevoli a una politica centrista, e i “conservatori” di Ted Cruz. “Ritrovatosi nel mezzo di due fazioni in guerra, il magnate capì che – per spuntarla – avrebbe dovuto “sottrarre” a ciascuna i propri punti di forza. Con i centristi condivideva l’idea che la base elettorale del Partito Repubblicano andasse allargata, mentre con Cruz aveva in comune una vigorosa carica anti-establishment” (p. 23).

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Il secondo bivio è invece quello della sfida con Hillary Clinton, al quale Trump si presenta da sfavorito assoluto della consultazione elettorale, inviso a tutti i media e anche a buona parte del partito repubblicano. Le settimane precedenti a quell’8 novembre 2016, si assisteva realmente a Trump contro tutti. Il Tycoon veniva dipinto come una macchietta, e nulla più. La storia è andata diversamente: il Tycoon non solo vince, ma lo fa in contesti non tradizionali per il partito dell’elefantino: “Trump è, insomma, riuscito laddove McCain e Romney avevano fallito: allargare la base del Partito repubblicano, innestando su una parte dell’elettorato storico nuova linfa, proveniente da altre aree ideologiche e culturali” (p.36).

Il testo è, evidentemente, molto ricco di informazioni. Gli stessi autori, unitamente alle prefazioni e postfazioni di Daniele Capezzone e Giancarlo Giorgetti, sono del resto garanzia di qualità. …CONTINUA SU OLTRE LA LINEA…