Progetto Prometeo ha pubblicato la recensione di Francesco Dalmazio Casini a Trump vs. everyone. America (and the West) at the crossroads di Stefano Graziosi e Daniele Scalea, nuova uscita della collana “Machiavellica”.

 

È un’America divisa quella che si recherà ai seggi il primo martedì di novembre. Divisa su tutto: questioni razziali, socio-economiche ed etico-politiche hanno determinato una polarizzazione ideologica che è novità assoluta nel panorama politico americano. Ma è anche un America insicura, in cui le tensioni ingenerate dal caso Floyd si fondono al brivido dell’erosione dell’egemonia planetaria. A scattare una fotografia in alta definizione di questa strana fase degli States ci hanno pensato Daniele Scalea, presidente del Centro Studi Machiavelli, e Stefano Graziosi, docente e giornalista di “La Verità”, con la pubblicazione di Trump contro tutti. L’America (e l’Occidente) al bivio, edito da Giubilei Regnani, con contributi di Daniele Capezzone e Giancarlo Giorgetti.

Trump, un Presidente contro tutti

L’analisi di Scalea e Graziosi si apre con l’inaspettata vittoria di Donald Trump alle Presidenziali del 2016. Una vittoria che racconta di un Asinello (Partito Democratico) che ha scordato gli elettori bianchi della Rust Belt e dell’ascesa provvidenziale alle primarie rep da parte del magnate newyorkese, ma che al contempo delinea il fatto cruciale delle elezioni odierne. Accanto a una descrizione puntuale dei fatti del 2015-2016 (che strapperà un sorriso di nostalgia a buona parte dei nostri lettori), fin dalle prime pagine ci è chiaro infatti il significato del titolo: “Se nell’Italia degli anni Novanta ci si divideva tra “berlusconiani” e “anti-berlusconiani”, oggi negli USA la dicotomia trumpiani-antitrumpiani è più profonda persino del tradizionale clivaggio repubblicani-democratici”.

Trump, outsider della politica USA, ha rappresentato una rottura tragica con il precedente corso della piattaforma repubblicana, interrompendo bruscamente la “corsa al centro” che – argomenterebbero i manuali di scienza politica – dovrebbe caratterizzare i sistemi bipartitici come quello americano. Parole e idee forti, prese di posizione nette sull’aborto, “sparate” frequenti sul ripiegamento della superpotenza, una narrativa che sposa la “decisione dal basso” da parte della silent majority: questa l’alchimia del populismo americano che ha soffiato ad Hillary Clinton una presidenza che pareva scontata.

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