Non possono passare inosservate le parole contenute nella relazione dei Servizi al Copasir: “Quando la curva dell’emergenza sanitaria in discesa incrocerà la curva dell’emergenza sociale in salita a quell’incrocio potrebbe verificarsi la rottura del sistema”.

A leggere quelle parole, per una associazione di idee forse soltanto casuale, ritornano alla mente le parole pronunciate dal Ministro dell’Interno Minniti nel 2017: “Ad un certo momento ho temuto che, davanti all’ondata migratoria e alle problematiche di gestione dei flussi avanzate dei sindaci, ci fosse un rischio per la tenuta democratica del Paese. Per questo dovevamo agire come abbiamo fatto non aspettando più gli altri paesi europei”. Anche allora si disse che qualche voce si era sollevata dagli ambienti dell’Intelligence italiana per far notare che la gestione tutta ideologica dei flussi (e nello stesso tempo legata a interessi corporativi di settori addetti alla “accoglienza”) potesse creare un malumore tale da mettere a rischio, appunto come diceva Minniti: “la tenuta democratica del paese”.

Oggi la nota informativa dei Servizi è ufficiale: un paese immobilizzato e “domiciliato” per l’ovvia reazione di contrasto al virus rischia di assistere al dilagare di una rivolta sociale, se nello stesso tempo incombe “il fantasma che si aggira per l’Europa” ovvero il commissariamento per adeguare il paese ai parametri decisi dalla burocrazia nord-europea.

La nota dei servizi fa riferimento al Sud e paventa infiltrazioni mafiose a sobillare i malumori. Sarebbe certo un quadro ottimistico immaginare che solo al Sud si possano verificare scene come quelle a cui si è già assistito, tipo le razzie ai centri commerciali. In realtà non si può escludere che anche in fasce sociali non protette del Nord si possa diffondere la tentazione del “mancato pagamento alla cassa” oppure di una protesta sociale più o meno vivace.

Per quanto riguarda le pressioni mafiose esse sono da tenere in considerazione e tuttavia sarebbe anche sociologicamente approssimativo ricondurre una protesta che ha evidenti ragioni strutturali alle intenzioni delle associazioni criminali. Come sempre i fenomeni sociali “ci sono” e poi vengono da diversi punti di vista strumentalizzati. È accaduto con il coronavirus, può accadere anche con le proteste della stagione sociale successiva all’emergenza virus e che si preannuncia calda.

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Al momento quali sono gli atti concreti di protesta che possono suscitare apprensione e un aumento del livello di attenzione della pubblica sicurezza? Citiamo il “Corriere della Sera” che riferisce: “Dopo l’assalto al supermercato Lidl di viale Regione siciliana a Palermo, ieri, da parte di una quindicina di persone che hanno riempito i carrelli rifiutandosi di pagare alle casse, sono comparsi presidi di polizia, carabinieri e guardia di finanza davanti ai tre principali ipermercati della città”. Fenomeni preoccupanti, ma non generalizzati… diciamo che nel complesso l’Italia sta reagendo con buonsenso e tranquillità alla situazione di emergenza e tuttavia permane la validità dell’avvertimento dei Servizi riguardo a un particolare punto di tangenza: “Quando la curva dell’emergenza sanitaria in discesa incrocerà la curva dell’emergenza sociale in salita…”.

In quella circostanza un ruolo importante potrebbero giocare i social network veicolando immagini, notizie (reali o artefatte) e pulsioni non inquadrate dai monitor dell’informazione ufficiale. Uno scenario già verificatosi nel corso delle rivolte mediterranee degli Anni Dieci.

Quale è il punto di maggiore debolezza delle attuali classi dirigenti? Il loro discorso fideisticamente “europeista” rischia oggi di tramutarsi in un clamoroso boomerang, in quanto ogni misura restrittiva, “di rigore”, di contenimento dei conti sempre più verrebbe interpretato come espressione di un odioso comportamento da Gauleiter, nel momento in cui l’Unione Europea viene percepita sempre meno come una realtà comunitaria (come un “noi” che sopperisce ai nostri bisogni) e sempre più come una realtà straniera invadente e oppressiva.

Certo, sosterranno i più affezionati alle Dodici Stelle in Campo azzurro che questa è solo la “narrativa” piccolo-nazionalista dei populisti. Tuttavia rimane da spiegare come le misure sognate dal sindaco di Palermo Orlando – ampia estensione del reddito di cittadinanza – per sventare le tensioni del dopo-coronavirus possano essere realizzate nel quadro normativo della UE e della BCE.


Alfonso Piscitelli, docente di storia e filosofia, è collaboratore de “La Verità”.