Analizzeremo in questa sede il recente cambio di rotta sul transgenderismo negli Stati Uniti. Essendo l’Europa, nella sostanza, una sorta di colonia culturale statunitense, è importante capire cosa sta accadendo oltreoceano, perché in un modo o nell’altro si ripercuoterà anche qui.
Lo stesso giorno del suo insediamento ufficiale come Presidente degli Stati Uniti, il 20 gennaio 2025, Trump ha emesso un ordine esecutivo intitolato «Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia gender e ristabilire la verità biologica nel governo federale». Lo scopo del documento, leggiamo, è contrastare gli sforzi, compiuti negli anni precedenti, per sostituire la realtà biologica dei sessi e sostituirla con il concetto ideologico di identità di genere – cosa che ha permesso agli uomini che si identificano come donne di accedere agli spazi privati femminili, privando le donne della loro dignità e sicurezza.
Questo è stato possibile perché la realtà biologica immutabile del sesso è stata cancellata dal linguaggio e dalle politiche messe in atto dall’amministrazione precedente, che ha invece prediletto l’identità interiore soggettiva, auto-dichiarata e fluida, slegata dalla biologia, invalidando così la categoria biologica di «donna» e il riconoscimento legale dei diritti ad essa connessi.
L’amministrazione Trump ora invece promette di difendere i diritti delle donne e la libertà di coscienza riconoscendo che le donne sono biologicamente femmine e gli uomini sono biologicamente maschi. Viene specificato che gli Usa riconoscono solo due sessi, maschio e femmina, i quali sono immutabili e radicati nella realtà oggettiva. Per fare chiarezza vengono specificate le definizioni di sesso, uomo, donna, maschio e femmina, per distinguerle da quelle di identità di genere e ideologia gender.
La parola «sesso» si riferisce alla classificazione biologica degli individui in maschio e femmina, e viene specificato che sesso non è sinonimo di identità di genere. Le donne e le bambine vengono definite come femmine adulte mentre gli uomini e i bambini vengono definiti come maschi adulti, laddove «femmina» significa persona che dal concepimento appartiene alla classe di individui che produce gameti grandi e «maschio» alla classe di individui che produce gameti piccoli.
Oltre a definire alla perfezione i termini uomo, donna, maschio e femmina, questo documento dà un’ottima definizione di «ideologia gender», che bisognerebbe ripetere allo sfinimento a tutti coloro che – pur difendendola – sostengono che non esiste. Vale la pena riportarla per intero, perché estremamente accurata e completa.
L’ideologia gender sostituisce la categoria biologica di sesso con il concetto mutevole di identità di genere auto-determinata, dando adito alla falsa affermazione secondo cui i maschi possono identificarsi e dunque diventare donne e vice versa, e costringere tutte le istituzioni sociali a considerare vera questa falsa affermazione.
L’ideologia gender include l’idea che esista un vasto spettro di generi sconnessi dal sesso. L’ideologia gender è intrinsecamente inconsistente poiché sminuisce il sesso come categoria identificabile o utile ma allo stesso tempo sostiene che sia possibile che una persona nasca nel corpo sessuato sbagliato.
Non è dato sapere a chi si sia affidato Trump per scrivere questo documento, ma sicuramente si tratta di qualcuno che conosce alla perfezione l’argomento. E lo si vede anche dalla definizione di identità di genere che segue.
L’identità di genere riflette un senso del sé puramente interiore e soggettivo, sconnesso dalla realtà biologica e dal sesso ed esistente in un continuum infinito. Viene specificato che tale identità non può essere considerata una solida base per identificare le persone né un sostituto del sesso.
Poste queste importanti basi lessicali, il documento impone a tutte le agenzie federali di riconoscere che uomini e donne sono biologicamente distinti e di applicare questo principio e le definizioni sopracitate nella pratica. Le agenzie federali dovranno dunque utilizzare la parola sesso e non potranno usare il termine «genere» nei documenti ufficiali. La stessa cosa vale per passaporti, visti e altri documenti federali, che dovranno riferirsi al sesso e non all’identità di genere. Dovranno inoltre essere rimossi tutti i contenuti federali che promuovono l’ideologia gender (dichiarazioni, politiche, regolamenti, moduli e quant’altro) e non ci dovranno essere riferimenti all’identità di genere. In più viene stabilito lo stop ai finanziamenti pubblici federali per l’ideologia gender.
Difendere le donne e l’onorabilità della divisa
Per proteggere gli spazi privati femminili il documento prevede che gli spazi intimi come bagni e spogliatoi siano divisi per sesso e non secondo l’identità di genere. lo stesso vale per i centri anti violenza. In pratica vengono esaudite le richieste del femminismo radicale e in generale dell’attivismo femminile gender critical, che da anni si batte per la protezione degli spazi femminili.
Viene stabilito inoltre che nessun maschio possa essere detenuto nelle carceri femminili, indipendentemente dall’identità dichiarata. Sempre per quanto riguarda le prigioni, viene specificato che nessun fondo federale dovrà essere speso per i trattamenti medici dei detenuti che si dichiarano transgender. Ovviamente non si parla di trattamenti medici generici, che rimangono garantiti, ma nello specifico dei farmaci per la transizione estetica.
Insomma, per farla breve, questo ordine esecutivo stabilisce che i sessi sono due, maschio e femmina, e prevede che le politiche federali si adeguino a questa sostanziale verità biologica, sia per quanto riguarda il linguaggio, sia per quanto riguarda la divisione per sesso degli spazi privati.
Il 27 gennaio Trump ha anche deciso di escludere le persone che si dichiarano transgender dall’esercito statunitense, con la motivazione secondo cui esprimere una falsa identità di genere, inconsistente con il sesso dell’individuo, è in conflitto con i valori richiesti ai militari degli Stati Uniti, tra cui l’impegno a vivere – anche nel privato – in modo onorevole, onesto e disciplinato.
Chiamare le cose col loro nome
Un altro ordine esecutivo importante è stato emanato il 28 gennaio con il titolo «Proteggere i bambini dalla mutilazione chimica e chirurgica».
Con tale atto, l’amministrazione Trump promette di porre fine alla cosiddetta «cura per l’affermazione di genere», ovvero la transizione ormonale e chirurgica per i minori di 19 anni, trattamenti medici irreversibili che negli ultimi anni hanno portato alla mutilazione e alla sterilizzazione di un numero sempre maggiore di ragazzini vulnerabili in nome della falsa premessa che sia possibile cambiare sesso.
I trattamenti in questione comprendono i bloccanti della pubertà, gli ormoni del sesso opposto e le procedure chirurgiche utilizzate per far allineare quanto più possibile l’aspetto esteriore di una persona con l’identità auto-percepita in contrasto con il sesso biologico.
Vengono immediatamente tolti i finanziamenti pubblici federali a questi trattamenti sui minorenni, trattamenti che in un tweet Trump ha definito «procedure mediche barbare che non avrebbero mai dovuto essere permesse».
I vari media mainstream media, anche nel nostro Paese, hanno dato la notizia in maniera notevolmente fuorviante. Si guardi ad esempio la notizia dell’agenzia ADNKronos del 29 gennaio 2025 dove si legge: «“Basta bambini mutilati”: Trump sospende l’assistenza medica per i minori che vogliono cambiare sesso». Tralasciando il fatto che cambiare sesso non è possibile, dire che «Trump sospende l’assistenza medica» lascia intendere che a questi bambini sarà tolto il diritto alla salute e alle cure, quando invece vengono proibite nello specifico le transizioni sessuali per i minori.
Bisogna inoltre aggiungere che il documento compie un’altra svolta importante: disconosce l’autorità della WPATH, la World Professional Association for Transgender Health, considerata ad oggi la principale autorità medico-scientifica per il trattamento delle persone che si identificano come transgender. L’ordine esecutivo definisce la WPATH come un organismo privo di integrità scientifica e produttore di «junk science», scienza spazzatura, intimando alle agenzie federali di non rifarsi più alle linee guida WPATH, attualmente riassunte nella versione 8 dei suoi standard di cura.
Viene anche richiesta la pubblicazione di una revisione della letteratura scientifica esistente per stabilire pratiche migliori per tutelare la salute dei ragazzini che soffrono di disforia di genere, disforia di genere a esordio rapido (o ROGD) o altre confusioni identitarie.
Il giorno stesso è arrivata, puntuale, la risposta pubblica della WPATH, che si dice «delusa» dall’ordine esecutivo e ribadisce che le politiche che impediscono o limitano l’accesso a quelle che vengono definite «cure mediche necessarie per i giovani transgender» sono dannose per i pazienti e per le loro famiglie. [1 – continua]
Le opinioni espresse negli articoli del Belfablog sono quelle dei rispettivi autori e potrebbero non rispecchiare le posizioni del Centro Studi Machiavelli.
Elisa Boscarol is a popularizer, an expert on the "gender" phenomenon and founder of the channel The New World 2.0.
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