Una Difesa innovativa ed efficiente non può che essere attuata solo con un Governo in grado di assicurare la cosiddetta “grande strategia” per una politica nazionale vincente. Essa consiste nell’applicazione del concetto di sicurezza fondato sulla fermezza e sulla tutela degli interessi del popolo italiano, attraverso il quale gli obiettivi politici sono perseguiti con il buon senso e l’utilizzo sinergico di tutti gli strumenti del potere nazionale, vale a dire il diplomatico, il militare, l’economico, il sanitario, l’informativo e l’interno.

L’Italia, come tutti gli Stati sovrani, è Nazione se e solo se si comporta come un organismo politico ed economico nel quale si concretizzano le caratteristiche politiche, civili, religiose, linguistiche, etiche e culturali del suo popolo. Un Governo serio e responsabile deve adoperarsi per la tutela della salute, dei valori e dei diritti dei suoi cittadini, certamente in armonia con quelli degli altri popoli, ma riconoscendo la centralità dei legittimi fabbisogni di vita, sicurezza, benessere, sviluppo morale e culturale del proprio popolo.

Fatta questa doverosa premessa, il contributo richiesto alla Difesa nel quadro di uno scenario di sicurezza internazionale in continua evoluzione impone la disponibilità e l’utilizzo integrato e sinergico di tutte le capacità, materiali ed immateriali, che lo strumento militare è in grado di esprimere. In una crisi o in un conflitto, il sistema militare rappresenta l’elemento di utilità nazionale deputato alla generazione ed all’applicazione della cosiddetta “forza militare”. Tale sistema tuttavia non esaurisce la propria funzione nella generazione delle capacità belliche da utilizzare nei teatri operativi, ma deve altresì agire su sé stesso al fine di predisporsi per la produzione della forza militare del futuro, verificandone preventivamente la filosofia d’impiego attraverso lo sviluppo di concetti, dottrina e sperimentazione. In estrema sintesi dunque, è pertanto necessario imporre quale percorso prioritario per l’Italia quello di creare un sistema della Difesa basato su un’organizzazione che raccordi effettivamente la politica del Governo della Repubblica (il livello politico-strategico) con il Ministro della Difesa (il livello politico-militare) e con il Capo di Stato Maggiore della Difesa ed i suoi Capi di Forza Armata (l’Esercito, la Marina, l’Aeronautica, l’Arma dei Carabinieri, cioè il livello strategico-militare), al fine di conseguire una capacità decisionale adeguata ai tempi e decisamente superiore alle attuali condizioni.

Per rispondere alle sfide attuali e future occorre incrementare non solo l’integrazione capacitiva con gli Alleati europei e con la NATO, ma anche ricercare coalizioni con altre nazioni ritenute amiche o comunque utili per il perseguimento degli obiettivi nazionali. Altrettanto indispensabile – e non delegabile – è sviluppare autonome ed efficaci capacità che permettano all’Italia di detenere una superiorità bellica proporzionata alla necessità di salvaguardare i suoi interessi nazionali. Siano sviluppate quindi capacità militari credibili, capaci di garantire la necessaria deterrenza e dissuasione nel contesto internazionale, soprattutto nel Mediterraneo, in grado di intervenire rapidamente e con limitati tempi di preavviso, nel rispetto del diritto internazionale. I nuovi domini economico-commerciali impongono peraltro la necessità di adeguare le leggi relative alla sicurezza cyber: nel particolare, si approvi una legge che permetta la pianificazione e la condotta di operazioni militari nell’ambiente cibernetico.

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Il Governo si assuma la responsabilità di indicare le priorità e le linee guida in termini di risorse umane e finanziarie in coerenza con l’evoluzione ed i rischi emergenti, derivanti dalle connessioni dei flussi migratori clandestini con le organizzazioni criminali e terroristiche, dai conflitti interetnici, dalla proliferazione delle pandemie, delle armi di distruzione o di migrazione di massa, dalle prevaricazioni sui diritti di sicurezza e indipendenza energetica e, più in generale, dalla carenza di governance del sistema internazionale. Si faccia ogni sforzo per formare una mentalità che, attraverso l’educazione, l’addestramento, la coesione e la motivazione dei militari, agisca da fattore moltiplicatore nell’impiego delle capacità, anche con un intelligente sblocco del turn over ed una rinnovata funzione sociale, a beneficio del mondo del lavoro, dell’occupazione e dell’educazione giovanile. Si sviluppi un sistema in un’ottica di coinvolgimento razionale di tutte le articolazioni dello Stato, dell’industria, delle Protezione Civile e delle altre componenti della società implicate nella funzione difesa e sicurezza, con la consapevolezza che sia necessario tenere sotto controllo la spesa pubblica. Le disponibilità finanziarie non possono che essere congrue con il livello di ambizione richiesto da una Nazione come l’Italia, garantite ed il più possibile costanti nel tempo. L’autorità politica bilanci le risorse sia per lo sviluppo di nuove capacità sia per l’addestramento e la manutenzione dello strumento militare. Il concetto di utilità dello strumento militare entri a far parte del percorso culturale e professionale dei leader politici di ogni livello del prossimo Governo.

È, questa, la condizione irrinunciabile per la diffusione e condivisione di quel patrimonio di conoscenza ed esperienza acquisito dal pluriennale e qualificato contributo offerto dalle Forze Armate italiane nell’ambito delle organizzazioni internazionali e nei teatri di crisi, per un’Italia all’altezza del proprio ruolo assegnato dalla storia, pena la cancellazione della nostra amata Nazione dal novero delle nazioni guida.


Nicola De Felice, Ammiraglio di divisione (ris.), è Senior Fellow del Centro Studi Machiavelli.

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Senior Fellow del Centro Studi Machiavelli. Ammiraglio di divisione (ris.), già comandante di cacciatorpediniere e fregate, ha svolto importanti incarichi diplomatici, finanziari, tecnici e strategici per gli Stati Maggiori della Difesa e della Marina Militare, sia in Patria sia all’estero, in mare e a terra, perseguendo l'applicazione di capacità tese a rendere efficace la politica di difesa e di sicurezza italiana.