Mentre la Merkel dichiara guerra – e la vince – contro il liberale Thomas Kemmerich, eletto presidente in Turingia ma colpevole di avere l’appoggio dell’AfD e per questo tacciato di nazismo (!), il governo combatte un’altra guerra, quella contro l’antisemitismo di destra. Cosa che sarebbe lodevole, se non fosse che il ministro della giustizia sembra guardare ad una sola parte del problema.

In Germania succede, infatti, che il governo da tempo abbia intrapreso un’aspra battaglia contro i discorsi d’odio online. La controversa legge tedesca sulla censura, nota come NetzDG, entrata in vigore il 1° ottobre 2017, richiede che le piattaforme di social media eliminino o blocchino qualsiasi “reato” online come calunnia o diffamazione entro 24 ore dal reclamo dell’utente. In questi giorni il ministro Lambrecht ha presentato nuove misure perché, scrive “Die Welt“, “il lavoro di protezione costituzionale contro l’estremismo di destra deve essere intensificato”.

Eppure nessuno cita i veri dati preoccupanti, quelli pubblicati dall’Agenzia per i diritti fondamentali (FRA) dell’UE: Seconda indagine sulla discriminazione e il crimine di odio contro gli ebrei nell’UE. Dal documento viene fuori che le molestie antisemite in Europa per il 30% vedono protagonisti gli islamici, al 21% persone di sinistra e al 13% chi si dichiara di destra. La stessa agenzia, nel 2017, scriveva: “I principali autori di attacchi antisemiti sono islamisti e giovani musulmani radicalizzati[…]“. E a giugno il Bundesamt für Verfassungsschutz (BfV) – servizio di intelligence nazionale tedesco – ha pubblicato un rapporto su L’antisemitismo nell’islamismo. Lo scopo del rapporto era “sensibilizzare l’opinione pubblica sull’antisemitismo islamista” ormai imponente nel panorama tedesco.

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La domanda, quindi, è: perché l’antisemitismo islamista non sembra far parte del pacchetto di iniziative del governo tedesco? Tanto più che, nell’aprile 2018, secondo “Die Welt”, Angela Merkel  ammetteva in un’intervista: “Ora abbiamo anche nuovi fenomeni: rifugiati o persone di origine araba che introducono un’altra forma di antisemitismo nel Paese”.


Lorenza Formicola, giornalista e saggista, scrive per “Il Giornale” e la “Nuova Bussola Quotidiana”.

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Saggista e pubblicista, è analista del mondo arabo e islamico. Si occupa di immigrazione e sicurezza, con una particolare attenzione alla nuova islamizzazione dell'Europa. Scrive soprattutto per "La Nuova Bussola Quotidiana", "Analisi Difesa" e "Il Giornale".