L’elite liberal-progressista nell’ultimo decennio si è auto-proclamata paladina degli ”oppressi’, o presunti tali: minoranze etniche, di genere o orientamento sessuale (ma non classe!), vittime di soprusi nel corso della storia. Secondo la narrativa mediatica, questa coalizione arcobaleno, guidata dai ”competenti”, dovrebbe rivoluzionare il mondo occidentale, capitalista, suprematista bianco, patriarcale ed eternormativo, per dar luogo ad una società più giusta ed equa (senza entrare troppo nel dettaglio riguardo a cosa questi due termini implichino).

J.K. Rowling, milionaria autrice della serie di romanzi di Harry Potter (personaggio che ha definito la generazione ”millennial”), ha finora incarnato alla perfezione il ruolo dell’elite ”illuminata”: personaggi omosessuali nei suoi romanzi e attivismo sui social-media pro-rifugiati, femminismo, LGBT, anti-Trump e anti-Brexit. Finora: perché nella coalizione degli oppressi gli interessi di alcuni gruppi iniziano a diventare manifestamente opposti a quelli di altri e l’ortodossia progressista richiede adesione totale ai dogmi, che cambiano spesso in maniera radicale di giorno in giorno.

Capita così che il liberal-progressista si trovi a dover scegliere tra ebrei e musulmani, musulmani e lgbt, o, come nel caso della Rowling, tra donne e trans-donne. Siccome la coalizione è sostanzialmente tenuta in piedi dall’intolleranza totale verso qualsiasi divergenza di opinione, chi sbaglia viene ”cancellata”, anche se fino al giorno prima era considerata eroina del movimento.

Andiamo con ordine: Maya Forrester, femminista e ricercatrice per una ONG, viene licenziata. Motivo? Aver affermato che ”gli uomini non possono cambiare il proprio sesso biologico”. Tradotto: le donne trans non sono biologicamente donne. La Forrester fa causa, e, a sorpresa, perde: ciò che fino a qualche anno fa era una verità scientifica ovvia, ora, secondo il giudice britannico, è una visione ‘‘assolutista’‘ e ”incompatibile con la dignità umana ed i diritti fondamentali degli altri’‘. L’attivismo giudiziale in un solo colpo spazza via biologia, libertà di coscienza e di parola, dichiarando qualsiasi idea al di fuori della cerchia progressista incompatibile con i diritti umani.

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La sentenza si inserisce nel contesto della guerra intestina tra i presunti gruppi di oppressi: femministe contro la T della sigla LGBT. La richiesta dei trans è la seguente: il sesso è uno sprettro, non solo maschile o femminile (Facebook ad esempio riconosce oltre 50 opzioni); inoltre non vi è nessun legame biologico, ma una è scelta; le donne trans sono donne a tutti gli effetti e devono poter competere nelle competizioni sportive femminili (con risultati umilianti per le donne biologiche). Chi non è d’accordo commette il crimine di ”transfobìa” ed è messo a tacere.

La Rowling, colpevole di essersi schierata pubblicamente a favore della Forrester per ”difendere i diritti delle donne”, è dunque soggetta ad una pioggia di insulti proveniente da quei media ed attivisti da tastiera che più di ogni altro si dichiarano “contro l’odio”. Nella furia iconoclasta del liberal-progressismo, volta a distruggere identità e cultura del mondo occidentale in nome della giustizia sociale, la saga di Harry Potter rischia di essere la prossima aggiunta al falò dei libri.


Carlo Sacino è un analista politico indipendente.