Si sa, l’antirazzismo è il nuovo terrore, non solo letterario. E adesso con la “Commissione Segre” ha un nuovo strumento.

È così che le provocazioni di quelle anime vigliacche ispirate all’antisemitismo hanno trovato la solita risposta della politica italiana: la burocratica, verbosa, infantile creazione di una Commissione di “controllo e indirizzo” con il vasto ed evanescente programma di contrastare il razzismo in generale e l’antisemitismo in particolare.

Fermo restando che giuridicamente gli strumenti per reprimere l’incitamento all’odio razziale esistono già, desta un certo stupore il gran parlare di questi giorni circa la suddetta commissione e l’antisemitismo. Non solo perché della Commissione non se ne capiscono né mezzi né  fini, e se ne riconosce solo il mostro censorio autorizzato a tacitare ogni manifestazione del pensiero non unico circa le campagne politiche e l’immigrazione.

Ma soprattutto perché nessuno osa sottolineare che l’aumento dell’antisemitismo, in Europa come in Italia, è strettamente connesso alla radicalizzazione islamica nelle città investite dall’immigrazione di massa. Ed è toccato ammetterlo persino alla Merkel. E ancor di più perché il tentativo di mettere nel mucchio antisemitismo, razzismo e odio arriva dall’ambone di quella sinistra amica di Corbyn – che del Labour ha fatto il partito antisemita -, quella che difende Hamas e piange i terroristi di Monaco ’72, quella nostalgica di Arafat e con la Mogherini alleata dell’Iran. La stessa sinistra che non aveva vergogna a mostrarsi accanto ad Hezbollah e che con la Bonino, a capo velato, guardava commossa a Rohani. Promossa da quel Movimento 5 stelle che vede nel sionismo una piaga e proponeva il boicottaggio di Israele, invitando a Montecitorio persino Omar Barghouti, il fondatore del movimento BDS, che tanto riporta alla Germania nazista. La stessa sinistra che vorrebbe somigliare al partito democratico di Bernie Sanders, che dichiara Israele «razzista», proprio come la famigerata dichiarazione «sionismo uguale razzismo» votata all’Onu nel 1975. 

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La Commissione Segre ha solo un abito di maggiore spessore data l’importanza del personaggio, ma il suo disegno viene da lontano, come il codice Boldrini o Scalfarotto: imposizione della neolingua per costringere le opinioni personali.


Lorenza Formicola, giornalista e saggista, scrive per “Il Giornale” e la “Nuova Bussola Quotidiana”.

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Saggista e pubblicista, è analista del mondo arabo e islamico. Si occupa di immigrazione e sicurezza, con una particolare attenzione alla nuova islamizzazione dell'Europa. Scrive soprattutto per "La Nuova Bussola Quotidiana", "Analisi Difesa" e "Il Giornale".