Che cosa unisce la camera dell’ospedale di Reims dove governo e tribunali francesi hanno condannato a morire di sete Vincent Lambert – “colpevole” di essere un disabile cronico in stato di minima coscienza – alla rete di psicologi, assistenti sociali e uffici comunali che a Bibbiano e in altre parti dell’Emilia avrebbe strappato illecitamente tanti minori alle proprie famiglie per darli in affido a persone inserite in un giro comune di rapporti personali e politici?

Il legame tra i due eventi sta nell’ideologia alla loro base. Un’ideologia che pretende di affidare allo Stato un potere decisivo sulla vita, la morte, il destino delle persone più deboli e bisognose di tutela, esautorando totalmente le famiglie, ed in particolare i genitori.

Le dittature dei “grandi fratelli” sono tramontate con il Novecento. Ma la smania di costruzione dell'”uomo nuovo” attraverso un esercizio illimitato del potere da esse coltivato è rimasta viva, per la persistente torsione “gnostica” e “perfettista” della cultura occidentale secolarizzata. Le aspirazioni prometeiche e millenariste delle ideologie otto-novecentesche sono state, dunque, ereditate dalla nuova dottrina egemone in Occidente: il “dirittismo” soggettivista, fondato su una concezione radicale dell’autodeterminazione. Le classi dirigenti occidentali post-sessantottine hanno imposto l’idea che chiunque deve poter essere ciò che vuole, realizzare i propri desideri e i propri “stili di vita” senza condizionamenti.

E chi interviene a svincolare gli individui dalle zavorre che li tengono ancorati a terra per consentire loro di ascendere verso la totale leggerezza del voler essere? Ancora lui, il Leviatano. Sovrano illuminato che asseconda la libertà dei suoi sudditi, ma qualora essi non riescano a riconoscerla li costringe, rousseauianamente, ad essere liberi.

E’ stato questo totalitarismo della libertà ad alimentare la spaventosa macchina psico-burocratica che, secondo le cronache, avrebbe distrutto la vita di migliaia tra bambini e genitori in Emilia, inventando abusi o situazioni di degrado inesistenti pur di affermare un potere illimitato di amministratori, burocrati e “scienziati” irresponsabili, e propagandare la superiorità di “famiglie non tradizionali” su quelle naturali. Ed è la stessa ossessione perfettista ad attribuire oggi in Francia (come ieri in Gran Bretagna) allo Stato – dai ministeri ai tribunali ai medici – piena facoltà di staccare l’alimentazione a malati non autosufficienti, decretando che il loro “miglior interesse” è essere liberati da una vita irrimediabilmente imperfetta. Il massimo della libertà proclamata per gli individui si rovescia nel massimo di arbitrarietà del potere biopolitico.

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Niente di nuovo sotto il sole. Il lupo ideologico, sotto maschere aggiornate ai tempi, è sempre in agguato, e perennemente affamato di carne umana.


Eugenio Capozzi è professore ordinario di Storia contemporanea.

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Professore ordinario di Storia contemporanea all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. È Consigliere Scientifico del Centro Studi Machiavelli.
Fa parte del comitato scientifico della rivista accademica "Ventunesimo secolo. Rivista di studi sulle transizioni".