Roma. Il 29 gennaio u.s. si è tenuto presso la Camera dei Deputati, nella Sala Nilde Iotti di Palazzo Theodoli, il convegno “Memoria, Ricordo e Vittoria: l’Italia di oggi e i conti con la propria storia”, organizzato dal Centro Studi Machiavelli e da Nazione Futura con media partner “Il Diario del Web”. Sono intervenuti come relatori il Gen. C.A. (aus.) Giorgio Battisti, il Prof. Claudio Siniscalchi (ISGAP – Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy) e Oliviero Zoia (già dirigente dell’associazione degli esuli giuliano-dalmati). Ha moderato Dario Citati del Centro Studi Machiavelli ed è intervenuto anche Francesco Giubilei per Nazione Futura.

Il convegno si è svolto in prossimità delle Giornate della Memoria e del Ricordo e nell’anno del centenario della vittoria nella Grande Guerra, Tuttavia, come ha spiegato Dario Citati nella sua introduzione, l’intento dell’incontro non era commemorativo o storiografico. Cercando di attualizzare le tre questioni, Citati ha affermato che la ricorrenza di Vittorio Veneto può ricordare agli Italiani la necessità di un’identità comune, di coesione e di fiducia. In merito alla memoria della Shoah, il moderatore ha indicato l’Islam radicale come la principale minaccia odierna alla sicurezza degli ebrei in Europa. Infine, con riferimento all’esilio giuliano-dalmata, l’esponente del Centro Studi Machiavelli ha osservato che la medesima cultura politica di sinistra, che oggi predica accoglienza incondizionata verso immigrati stranieri, all’epoca fu ferocemente ostile verso connazionali profughi che fuggivano dalla pulizia etnica praticata dai comunisti jugoslavi.

Francesco Giubilei nel suo intervento ha indicato come la società viva ormai di “odiernità”, con disattenzione tanto per il passato quanto per il futuro. Ha dunque invitato a concentrarsi sulla formazione dei docenti, sulla redazione dei libri di testo e sull’appoggio politico all’associazionismo come mezzi per evitare fenomeni di rimozione storica, quale quello che ha riguardato le foibe.

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Giorgio Battisti ha cercato di sfatare alcuni falsi miti sulla partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra. Ha innanzi tutto notato che il ruolo del nostro Paese fu molto importante nella vittoria dell’Intesa, e sottolineato poi come il conflitto rappresentò per l’Italia un momento di industrializzazione ed emancipazione femminile. Il Generale ha sottolineato quanto sia insultante per il sacrificio dei combattenti la Prima Guerra Mondiale affermare falsamente ch’essi combatterono solo per costrizione, o che si trattò di una “inutile strage”. Si è chiesto se la memoria della Grande Guerra resisterà negli anni, quando buona parte della popolazione in Italia sarà composta di persone d’origine straniera, i cui avi dunque non l’hanno combattuta. In chiusura, Battisti ha voluto ricordare che la prima e l’ultima medaglia d’oro italiane nella Prima Guerra Mondiale erano ebrei.

Claudio Siniscalchi ha lamentato che negli ultimi tre anni gli insegnamenti storici nelle università italiane siano diminuti del 30%, a dimostrazione che la storia non sta attraversando un periodo fortunato. Ha quindi ripercorso la vicenda delle leggi razziali, evidenziando che per Mussolini esse dovevano avere un ruolo rivoluzionario, ed infatti ottennero un consenso entusiastico tra giovani e intellettuali. Oggi, ha concluso Siniscalchi, l’antisemitismo ha pochissima presa in Italia, ma talvolta riesce a ripresentarsi sotto mentite spoglie presentandosi come “antisionismo”.

L’ultimo relatore, Oliviero Zoia, ha offerto un’emozionata narrazione biografica delle persecuzioni e dell’esilio patiti dalla sua famiglia, non mancando di sottolineare l’ostilità e indifferenza di cui furono oggetto da parte di molti in Italia.